S. Patrizio

ImageSiamo saliti a S. Patrizio con l'idea di proseguire lungo un itinerario che saliva più in alto sulla montagna. Ma al santuario ci siamo fermati un po' di tempo per diversi motivi. Innanzitutto perché è un bel luogo d'arte e di storia dove gli affreschi antichi sono testimoni di tempi passati e di una cultura religiosa fatta di inferno e paradiso, minacce di pene e castighi ovvero promesse di vita beata.

Lo dice molto chiaramente quel diavoletto, neanche troppo pauroso, che trascina la bella vanitosa per i capelli biondi, strappandola da una delle tombe scoperchiate e andando in direzione delle anime dannate.

L'altro motivo sono le parole che abbiamo scambiato con i sacrestani, un uomo con suo padre. Stavano suonando entrambi le campane tirando le corde quando siamo arrivati. Il giovane ha 60 anni e l'anziano la bellezza di 94 con la mente lucida, occhio vivo e presenza di spirito. È figlio di una famiglia di 16 figli, cosa che mi ha sorpreso grandemente perché non avevo mai sentito di una famiglia così numerosa.

Ma mi sono dovuto ricredere sulla convinzione di aver trovato un caso unico, perché la sera quando raccontavo a mia nonna di questo incontro, mi ha detto che una nostra amica di famiglia è la 21esima figlia della stessa madre! Anche lei proprio di Vertova dove si trova S. Patrizio.

Le parole scambiate con i due sacrestani hanno mitigato l'effetto dello spiacevole incontro che avevamo appena fatto con un'ignorante paesana, che vedendoci arrivare verso la sua proprietà sulla strada sbagliata, si è data a uno sfogo davvero poco convenevole e indicativo dello scarso valore dell'accoglienza da queste parti. Non è tanto importante per costoro aiutare chi si è forestiero o interpretare i suoi bisogni, quanto piuttosto difendere caparbiamente la proprietà.

Sono rimasto esterrefatto da questo trattamento ricordando quante volte sono stato accolto, aiutato e ospitato da viaggiatore in molti paesi dell'Oriente. Proprio quei paesi dove la gente ti chiede se non sei matto ad andarci, che è pericoloso e vai a casa del lupo.

Ve lo dico io: più pericoloso stare con certa gente nelle valli bergamasche!

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