L'arabo

Tornavo dalla pausa pranzo, a piedi, dopo essermi preso un caffè macchiato, in questa giornata grigia e piovosa. Camminavo ascoltando un podcast nell'auricolare e mi incrocia un ragazzo. In arabo mi saluta Assalamualaykum, gli rispondo waalaykumussalam.

Inizia a parlarmi, credendomi un immigrato come lui e confortato dalla mia risposta al saluto. In arabo, come se niente fosse, come se non avesse nessun dubbio sulla sua supposizione. L'accento è egiziano.

Gli specifico che sono italiano. E lui mi chiede: ma se parlo arabo, mi capisci? E continua a parlarmi, forse non sa parlare altra lingua. Mi chiede aiuto, non ha da mangiare, dice, il padre è a casa ammalato.

Inizialmente mi accampo dietro la naturale diffidenza, dico che non ho soldi con me. Ma lui insiste, ha fame. Gli dico di andare alla stazione dei treni, dove distribuiscono pasti alla sera. Ma ha fame... dice che è come mio fratello. Così mi lascio convincere e gli do l'unica banconota che ho nel portafogli, 5 euro.

Doveva essere davvero bisognoso per avermi approcciato così. Sono proprio contento che ora non mi devo pentire di non aver fatto un minimo sforzo per lui.