Hampi, granito meraviglioso

ImageSi parte di buon'ora con il pullman delle 7.30. Il primo tratto è tra belle strade di campagna; poi si tocca una città la cui stazione è piena di bambini mendicanti che salgono sul mezzo mentre siamo in sosta e non si scollano da me, alcuni arrivando a mettermi le mani addosso per richiamare l'attenzione mentre cerco di ignorarli. Non immaginavo che questo gesto potesse essere così molesto. È brutto dirlo, ma ho finito per trattare questi poveri esseri umani come fossero delle mosche.

Da questo punto la strada è diventata di importanza nazionale. Lunghi chilometri della banchina erano occupati da decine e decine di camion in sosta, pronti per essere caricati e rimettersi in viaggio. Sulla carreggiata, invece, il traffico era costituito da centinaia di mezzi pesanti che il nostro autista sorpassava costantemente senza troppe cautele o esitazioni. Spesso lo scontro era evitato per frazioni di secondo e solo perché il mezzo nell'altro senso si vedeva costretto a rallentare per cederci il passo. Normale, in India!

Poi vedo i relitti di due mezzi pesanti in mezzo alla strada. Alcune persone stavano facendo un sopralluogo. Dallo scontro, le cabine di guida erano orrendamente sfigurate e sicuramente due vite sono andate perse in questo pauroso incidente. Ma questa scena non è servita da monito all'autista, che fino a Hospet ha perseverato nella sua guida spericolata.

Da Hospet un autobus locale mi lascia a Hampi in mezz'ora. Grazie alla velocità del primo autista, l'intero spostamento non ha preso più di 4 ore e mezzo di viaggio, ma è stato stancante per un altro motivo.

Da un certo punto del percorso, sono comparsi massi di granito tondeggianti che affioravano sulla terra come bolle di una materia galleggiante su un liquido ormai solidificato. Il paesaggio si è fatto molto singolare. Interrotti solo in un tratto di risaie prima di Hospet nelle vicinanze di un fiume sbarrato, sono diventati sempre più grossi e frequenti e in alcuni punti c'erano anche cave di estrazione.

Hampi è la patria del granito. A vista d'occhio le colline sono cosparse di massi di ogni dimensione come una pelle brufolosa marcata da protuberanze rossicce che la coprono totalmente. Un fiume azzurro scorre nella valle dolcemente ondulata, dominata dal tono caldo della pietra. Ma a parte questa singolarità della natura, già da sola buon motivo di ammirazione, il luogo è noto per essere stato una capitale dell'impero Vijayanagara che sorse all'inizio del XIV secolo come baluardo organizzato contro una conquista musulmana nell'India meridionale, ormai rimasta l'ultima zona del subcontinente da assoggettare.

Prendendo le mosse da questa esigenza militare, l'impero fu un punto di svolta nella storia indiana dato che, trascendendo i regionalismi, promosse l'Induismo come fattore di unità. L'unione di credenze e di lingue ispirò innovazioni applicate ai templi della tradizione indù, in primo luogo nel Deccan e successivamente tra le altre culture dell'impero mediante l'utilizzo dei materiali disponibili nelle diverse località. Le antiche tradizioni architettoniche indiane si combinano nello stile proprio di Vijayanagara.

ImageLo stato ristabilì il suo controllo sulla penisola indiana e respinse le invasioni dei cinque sultanati del Deccan. Poi entrò in una fase aurea e le battaglie intraprese portarono spesso a importanti vittorie. Vijayanagara allargò i suoi domini ad aree che erano rimaste sotto il controllo dei sultanati del nord e verso i territori a est del Deccan.

Tuttavia, l'improvvisa morte di Aliya Raya Rama nella battaglia di Talikota nel 1565 contro l'alleanza formata dai sultanati del Deccan in quella che era già annunciata come una chiara vittoria per Vijayanagara, precipitò le fila imperiali nel caos. L'Impero non solo subì una grave sconfitta, ma la stessa capitale venne occupata, saccheggiata e distrutta. La città non venne più ricostruita e le sue rovine hanno attraversato i secoli per arrivare abbandonate fino ai nostri giorni. Il resto dell'antico impero venne infine conquistato nel 1646 dagli eserciti di Bijapur e Golconda.

Rimane quindi un'indicibile quantità di edifici costruiti in granito sparsi su una vastissima area. La pietra, che da una parte formava un'impenetrabile difesa naturale, dall'altra veniva modellato dagli scalpelli degli scultori e trovava spazio nelle architravi delle costruzioni per abbellire la capitale di un fiorente impero. Proprio questo materiale costituisce uno dei tratti salienti dell'architettura vijayanagar e gli assicurò lunga durata, anche se minore densità di dettaglio scultoreo. Marcò un netto cambio dal materiale utilizzato dai Chalukya occidentali e dagli Hoysala, prevalentemente scisto e steatite.

Oggi rimangono strutture di pietra essenziali, statue, fregi, ma anche templi completi. I pilastri dei templi sono spesso adorni di figure di cavalli in carica o ippogrifi - cavalli con le zampe anteriori alzate. Alcuni blocchi di granito trasformati in sculture sono inglobati in strutture a loro complemento e tra tutti il gigantesco monolito di Vishnu troneggia appoggiato sulla sua pancia rotonda scrutando tutti i passanti dai suoi occhi sporgenti.

ImageL'area è enorme e quello che ho potuto ammirare la prima sera mi è già bastato per dare un senso a questa tappa e per caricarmi di voglia di scoprire altre zone domani. Alla luce del tramonto sono salito sulla collina ricoperta di un'immensa colata di granito che riluceva nei raggi obliqui. Cosparsa di strutture di pietra, alcune delle quali fatte di sole colonne e architravi, l'altura domina il centro del villaggio da cui si erge il tempio principale che ancor oggi è scena di un'intensa attività religiosa. Lunghe ombre si stendevano sulle superfici curve delle forme granitiche e le colonne acquisivano profondità con i loro lati ora in luce, ora in ombra.

30 gennaio - Mi sono svegliato alle 6 e dal cancello dell'albergo vedevo un flusso di pellegrini camminare tranquillo lungo la via lastricata che arriva fino alla riva del fiume. Mi sono immesso anch'io per curiosità.

Il tempio principale di Hampi gode di grande fama ed esercita un forte richiamo di gente. Come luogo di culto questa regione era già rinomata secoli prima del periodo vijayanagar. Oggi arrivano in pullman, caricati di tanti pacchi che contengono il necessario per il bivacco e si accampano sotto gli alberi dove mangiano, si riposano all'ombra e credo che passino lì anche la notte.

Ora, al fiume, la gente sta iniziando la giornata con il primo chiarore dell'alba lavandosi nell'acqua corrente. C'è chi entra fino alla vita, cinto da un telo, chi invece rimane all'asciutto e usa l'acqua da un bacino senza bagnarsi i piedi. Su questa scena azzurrata presto sorge anche il sole e illumina direttamente il cielo e la terra.

ImagePer il resto la giornata è stata di visite ai templi sparsi nella vasta area in sella a un motorino che ha alleviato la fatica di un sole e di un caldo intensi. Al mattino la zona reale,  mi ha mostrato come questa architettura secolare risenta di influenze islamiche, riconoscibili ad esempio nella finezza del palazzo Lotus Mahal, dove le linee spezzate degli archi creano una straordinaria prospettiva che si perde nella sequenza; e poi le stalle degli elefanti e la meravigliosa cisterna a gradini Pushkarni disegnata con una geometria perfetta, anche se secondo un modello non originale.

Al pomeriggio, passate le ore più calde, mi sono spinto al tempio decentrato che si trova sulla riva del fiume. Da questo vasto complesso, che è preceduto da un lunghissimo rettilineo bordato da un'infinità di steli, si vedono le colline di fronte e su una di queste spicca un puntino bianco che è il tempio di Hanuman, il dio scimmia. Non è semplicemente un tempio dedicato a questa divinità - mi spiega un giovane, si tratta del suo luogo di nascita. E per devozione, dicendo ciò, abbassa la voce.

In mezzo a tanto fervore religioso e i tanti pellegrini, ne ho trovati anche alcuni falsi. Sono due o tre, vestiti da sadhu con tuniche arancioni troppo nuove, un bastone da viandante e il viso cosparso di cenere, troppo diversi da tutti gli altri che si presentano come persone "vissute". Il loro obiettivo è accostare i turisti e farsi fotografare per poi pretendere cifre piuttosto esose. Però si sono traditi ingenuamente, perché quando ho chiesto loro la provenienza, mi hanno risposto Hospet che sta a 15 km da qui. Allora il loro castello è crollato miseramente.