Dal Tempio d'Oro

Lo splendore di notte

Sono appollaiato su una gradinata che domina il bacino d'acqua nel cui centro sembra galleggiare il Tempio d'Oro. Il mio capo è avvolto in un fazzoletto come prescrive il rituale del luogo sacro e sguazzo nel caldo umido e appiccicoso nonostante la notte. Le mie orecchie ascoltano estasiate la dolce melodia di voci recitanti e insoliti strumenti musicali che durante tutto il giorno non hanno interrotto il loro accompagnamento ai riti in corso. A quest'ora notturna mi sento preso di mira da una stanchezza in agguato che, ne sono certo, mi colpirà a tradimento il momento in cui appoggerò la testa sul cuscino. Ma questa pesantezza nella mente rende la magia delle sensazioni ancora più incredibile.

Il flusso di gente che attende pazientemente di rendere omaggio al tempio è ancora più folto di quando mi ci sono trovato io questo pomeriggio. Mi ci è voluta mezz'ora di attesa prima di arrivare finalmente a inebriarmi dell'intensissima atmosfera di sacro che emana il santuario, sottolineata dal canto di melodie rare, avvolta dai profumi di incenso, amplificata dalla partecipazione delle masse.

La processione percorreva ininterrottamente avanzando a piccoli tratti e con lunghe soste lungo il ponte coperto da tessuti per creare ombra durante il lento avvicinamento. Non mancavano ventilatori per muovere l'aria, altrimenti la gente sarebbe svenuta nel calore feroce del pomeriggio.

Vengono ammessi a scaglioni gruppi di 50 persone circa per non creare calca. Molti portano un'offerta, la sacra comunione di pane e burro che viene depositata all'entrata del Tempio d'Oro, scintillante sotto il sole e rilucente anche di notte. Molti lasciano anche un'offerta in denaro sul tappeto davanti ai lettori del libro. Dal piano di sopra i fedeli seduti per terra seguono le letture sui libretti scritti in lingua punjabi.

ImagePer quanto avessi previsto questo come uno dei momenti forti, non potevo arrivare a immaginare a che grado ne sarei stato colpito.

Se questa massa d'oro è una meraviglia, altrettanto impressionante è tutto quanto ruota intorno al fulcro del tempio. La vista delle cucine dove vengono sfamate migliaia di pellegrini al giorno, come me, è una dimostrazione della grandiosità del luogo e della sua organizzazione. Con centinaia di altri pellegrini sono affluito nello spazio coperto della mensa, mi sono acquattato per terra con il mio vassoio di acciaio e ho aspettato il passaggio dei volontari che ci hanno scodellato zuppe di legumi, mentre altri ci hanno distribuito il pane e altri ancora ci hanno versato acqua da annaffiatoi di acciaio.

Bisogna vivere questi momenti in prima persona per capire cosa vuol dire il Tempio d'Oro. Infatti, appena arrivato ad Amritsar non ho cercato un albergo, ma mi sono diretto là, dove tutti i pellegrini, fedeli e visitatori vengono accolti, le stanze degli ospiti.

Tutto lascia impressionati per la perfetta organizzazione, senza pretese, ma grandiosa e partecipata. Fuori dal padiglione dei pasti decine di persone mondano verdura, la tagliano, la cucinano; impastano il pane, gli danno la forma e lo cuociono per ottenere migliaia di chapati da distribuire.

Il fracasso delle stoviglie lavate, tutte di metallo, è assordante. Sotto la tettoia altre decine e decine di persone si passano i vassoi come lungo nastri trasportatori umani e poi le porgono a coloro che lavano, asciugano, per poi tornare a distribuire ai nuovi arrivati che in continuazione, a ogni ora, arrivano per mangiare, come sono arrivato io.

Tutti sono accolti nelle stanze dei pellegrini. Io ho avuto un letto nel reparto degli stranieri, in una camera con due altre persone con ventilatore e senza finestra, ma aperta su un corridoio nel quale sono sistemati una fila di letti tutti occupati. Ognuno ha una nicchia nel muro con ante di legno, che può essere chiusa da un lucchetto personale.

ImageMa questa sera sono rimasto nuovamente impressionato dal numero di persone sdraiate a terra per passare la notte: ovunque, nei cortili, sotto i padiglioni, lungo i viali di marmo che conducono al tempio, nei prati, sugli ampi bordi del bacino sacro.

Alle 22.30 di ogni notte ha luogo una cerimonia per trasportare l'originale del libro, chiamato Sri Guru Granth Sahib, dal Tempio d'Oro a un altro edificio che forma parte del complesso bianco tutt'intorno. È accompagnato dal suono sporadico di una strana tromba che sembra un enorme collo di cigno e suona come una gallinella selvatica strozzata. La gente si assiepa per assistere a questo momento solenne. La portantina dorata trasporta il libro, poi torna indietro vuota sostenuta dalle braccia di persone che fanno a lotta per servire in questo compito.