La Valle delle Rose

ImageJamaa el Fna, che ho costeggiato stamattina, era immensa, praticamente deserta, sgombra di tutto il trambusto di ieri sera.

Puntualissimo, il pulman CTM parte verso le alture. Attraversiamo diversi passi e vallate dove la vegetazione si stacca nettamente sui colori delle rocce nude. Dato che il pulman prosegue dopo Ouarzazate, estendo il biglietto per Kelaat Mgouna.

Per consegnarmi il bagaglio l'autista pretenderebbe un obolo che mi rifiuto di dargli, ritirando il mio zaino e voltandogli le spalle senza curarmi delle asinate che va dicendo. Ancora quell'atteggiamento irritante nei confronti dello straniero.

Il percorso mi ha avvicinato alle montagne, ma le vedo ancora lontane, immerso come sono nell'ampia vallata che separa la catena dell'Alto Atlante dall'Antiatlante. Mi siedo in un ristornate per mangiare una tajine che arriva accompagnata da buonissime olive.

Chiedo come arrivare a Boutaghrar e mi accompagnano alla piazza dei pulmini. Salgo sul mezzo, ma la situazione non è rosea. Ci sono ancora poche persone e si preannuncia una lunga attesa prima che si riempia e parta. Ma il tempo non passa invano: conosco una guida montana e un mulattiere che mi consigliano di non arrivare fino a Boutaghrar, ma percorrere a piedi un bel tratto della Valle delle Rose. 

ImageMi dovrei quindi fermare a Tourbist e da lì risalire a piedi per circa due ore, sempre che riesca a farcela prima del tramonto. La situazione però non si smuove, essendo oggi venerdì con scarso traffico di passeggeri. Scendo  dal mezzo e mi pianto sul lato della strada, con l'intenzione di fare autostop.

Anche i due ragazzi si innervosiscono con l'autista che non si decide a partire se non quando il mezzo sarà pieno. Cercano un’altra soluzione, ma presto mi chiamano e mi dicono di salire con loro sul furgoncino per Hadida, il paese prima di Tourbist. Da lì la mia camminata si allungherà di un altro tratto, ma almeno si parte subito.

Appena scendo, faccio riempire in un bar la bottiglia d'acqua e mi metto in marcia senza indugio, seguendo le indicazioni che ho ricevuto. Il mulattiere avrebbe voluto farmi da guida, ma ho preferito avventurarmi da solo perché non abbia il gusto insipido di una cosa scontata. Scendo al fiume e seguo il suo corso.

Presto devo passarlo a guado e lo faccio in un punto che mi sembra favorevole, anche se la corrente al centro sembra piuttosto forte. Carico come sono dello zaino e dell'attrezzatura fotografica, è una cosa delicata. Arrotolo i pantaloni al ginocchio e affronto l'acqua con un passo deciso, ma al centro l'acqua mi investe e sento una pressione che mi fa temere di perdere l'equilibrio soprattutto per il fondo di pietre melmose. Mi affretto a uscire con un ultimo rapido passo.

A Tourbist prendo la pista che risale la valle. Ogni tanto chiedo indicazioni per essere sicuro, perché il sentiero si perde o si biforca. Molta gente è al lavoro e si vedono i raccoglitori di rose che ripongono i boccioli in saccocce a tracolla. Ogni tanto sento una ventata di profumo intenso che emana da qualche fiore sbocciato.

Anche a Tourbist viveva una comunità ebrea, come in molte città marocchine. Ancor oggi si vede il quartiere separato della Mellah, abbandonato. Un uomo lamenta dispiaciuto la partenza, per motivi legati alla politica, di tanti concittadini che vivevano in pace accanto agli arabi o ai berberi.

I colori sono intensi in questa bellissima natura nella splendida luce del tardo pmeriggio. Il verde cupo del grano e delle foglie giovani degli alberi si staglia sul rosso mattone delle falesie sui lati della valle. I passeri cinguettano e le rane già gracidano, anche se non è ancora sera. Si sentono poi dispersi e attenuati lontani rumori della campagna e le voci dei bambini.

Arrivo a Boutaghrar alle 19 e cerco la pensione che mi avevano indicato e trovo una bella casa di argilla con ampie stanze ad uso camerata, ma sono l'unico ospite. Sono contentissimo di questa sistemazione, di questo posto, di questa prima escursione.

La sera torna il mulattiere Brahim e gli parlo della camminata di cui ho sentito dire, su per la valle, salendo per la gola di un fiume. Mi dà spiegazioni e mi indica il percorso su una cartina della zona. La camminata è di 5 ore per la sola andata e quindi, contando anche il ritorno, diventa una giornata molto lunga. Ma posso sperare in un trasporto sulla pista, se passerà un’auto.

Vorrebbe essere ingaggiato per domani, ma desidero godermi la libertà e soprattutto il piacere completo dell'avventura. Mi annoto i nomi delle tappe per non dimenticarli. Saranno molto importanti se non vorrò smarrirmi per queste valli.