Incontro con i pazienti

5 agosto - Mi devo svegliare alle 6.15 e così sarà sempre ogni giorno di lavoro, per essere pronto alle 6.30 per il bagno dei pazienti. È un po' scabroso per certi aspetti, ma non ne sono troppo impressionato. Capisco come sia importante la pulizia per persone che non sono in grado di curarsi da sole. Forse nel passato non succedeva così in certi manicomi…

I pazienti sono quasi tutti inetti e gravemente handicappati, con ritardi mentali che non permettono loro di essere autonomi. Ci sono poi alcuni mongoloidi, alcuni affetti da gravi turbe psichiatriche… Sono peggio di bambini in molti casi, ma senza la speranza di pensare che un giorno cresceranno.

Dopo la colazione li fanno passeggiare per un'ora su e giù per il lungo corridoio voltato che attraversa tutta la lunghezza dell'enorme e massiccia casa. Il palazzo è imponente, di pietra, bellissimo e poderoso, sembra una fortezza. La scena della passeggiata mi ricorda quella di Midnight Express, nella prigione psichiatrica di Istanbul dove la gente camminava intorno alla colonna centrale. Mi fa sentire prigioniero della malattia degli altri. Noi volontari ci scambiamo sguardi increduli per quello che stiamo facendo ed è come se stessimo perdendo anche noi la ragione. In seguito portiamo i pazienti al parco, poi ci viene detto di lavare i loro giocattoli in acqua con sapone.

Li facciamo mangiare. Alcuni non sono in grado di fare nemmeno questo da soli. Mi viene in mente la legge dura ma logica della rupe Tarpea. Mi stupisco di vedere che gli addetti sembrano volere bene a queste creature poverette e disgraziate. Le trattano con un affetto che io ancora non riesco ad esprimere.

Alle 15 inizio un'altra esplorazione che mi porta al Santo Sepolcro e con coscienza delle direzioni che prendo via via, arrivo al Muro del Pianto. Discuto con il venditore di kebab davanti alla porta di Damasco. Al rientro trovo ancora la porta chiusa, ma il mio angelo custode passa ancora in auto e mi fa aprire. Faccio ancora fatica ad orientarmi nei corridoi dell'immensa casa!!

6 agosto - Oggi il mio turno è spezzato dalle 6.30 alle 8.00 e nel pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00. Ho dovuto essere attivo nel bagno dei pazienti perché da oggi non ci sarà più Jacqueline che ci aiuta. Era qui solo per mostrarci il lavoro ieri. Oggi siamo in tre perché c'è anche Pino, un gesuita italiano che presta servizio per due giorni alla settimana, oltre a Daniel. Non mi sono capitati casi spiacevoli.

Dopo la colazione dei pazienti ho fatto la mia con Doris e alle 10 siamo andati con Marietta alla torre di David e al museo di Gerusalemme. Tutti ci lamentiamo delle terribili zanzare che ci hanno tormentato di notte.

Mangiamo insieme e montiamo di turno nel pomeriggio. Portiamo i pazienti in giardino, poi verso le 16 prendono il tè, a cui segue la famigerata passeggiata di tre quarti d'ora su e giù per il corridoio, alienante anche per i volontari. Doris mi pare già al limite della sopportazione e anch'io fantastico di non rimanere fino alla fine del mese, ma è solo il secondo giorno!

Poi c'è la cena e mettiamo a letto questi poveracci. Ho l'impressione di essere in un cottolengo con disgraziati che non sanno neanche di essere al mondo.

Botros con le sue monete nel portafoglio, gli occhiali da sole e l'orologio che toglie e rimette dalle tasche con cura prima di iniziare qualsiasi attività. Borbotta in continuazione cose incomprensibili. Altri che dondolano in trance sotto l'effetto di antipsicotici o per la malattia mentale. Sarwat, dalla bellezza scultorea, che ripete in continuazione che sua madre verrà a trovarla, domani, con una bambola e una borsa di vestiti. Samira che ogni tanto abbraccia qualcuno stringendolo al petto con movimenti bruschi che rischiano di fare male. Altri allo stato vegetativo, a cui solo uno sguardo basta per fare paura. Ripetono gesti, hanno espressioni vuote, dicono cose incomprensibili.

Ieri con la carrozzella stavo facendo cadere Abraham dalle scale perché lo spingevo dalla parte sbagliata. Lui si è spaventato, poveretto, ma io confesso che ho quasi pensato: sarebbe uno di meno… 

7 agosto - Ancora una giornata divisa nei due turni. Non ho ancora risposto a nessuno dei miei amici che mi chiedono notizie perché non vorrei essere tragico sotto l'effetto delle prime impressioni. Ogni inizio è duro e avrei tutta la voglia di dirlo.

Alle 8 esco per la messa in rito greco cattolico e poi con Doris andiamo alla chiesa medievale crociata di S. Anna, molto bella e semplice. Ci sdraiamo nella frescura sulle panchine sotto le fronde e ci appisoliamo, interrotti dal custode che ci ricorda l'ora di chiusura.

Il pomeriggio inizia come al solito alle 14.30 tra le solite attività che pian piano ci portano alla cena e poi a spedire tutti quanti a letto. Ci liberiamo per oggi, ma già domani saremo nei bagni a partire dalle 6.30 circondati da strani odori...

8 agosto - Questi odori strani risalgono anche in certi momenti dagli scarichi del mio bagno, o così mi sembra, se non sono allucinazioni olfattive; in modo lieve, ma sufficiente per ricordarmi il momento della doccia ai pazienti.

Oggi ho avuto il turno unico e dopo il lavoro e il pranzo sono andato con Doris a piedi a Betlemme. È stata una bella gita e abbiamo visitato la graziosa cittadina con la bella chiesa della Natività. Il ritorno l'abbiamo fatto in bus da Betlemme e siamo arrivati abbastanza stanchi ma soddisfatti.

Noto che le suore parlano francese ad oltranza, anche quelle libanesi, e mi dispiace dover sentire più del necessario questa lingua, che avverto come artificialmente impiantata in questo posto.