Rifugio Vittorio Emanuele

ImageEra tanto che aspettavamo questa uscita ed era tanto che aspettavamo il bel tempo e da tanto aspettare eravamo fiduciosi in un bel fine settimana di sole. Considerando inoltre che nell'ultimo mese o giù di lì la pioggia è stata una costante e che siamo ormai entrati nel mese di giugno, le probabilità non dovevano essere basse.

Invece la meteorologia ci ha tradito, ma siamo partiti lo stesso già da sabato mattina. Io ed Elena siamo saliti subito al rifugio, godendoci l'ascesa in tutta calma e ammirando gli animali che ci apparivano sul percorso; Silvia e Claudio invece sono rimasti al campeggio in fondo valle.

Al rifugio abbiamo sentito il boato di un'immensa valanga che cadeva dietro la cortina di nebbia. Quando si è alzata, abbiamo visto una colossale discesa di neve e ci siamo spiegati la potenza del rumore.

ImageLa serata l'abbiamo trascorsa cenando piacevolmente in compagnia di due giovani, un francese e un austriaco, che  avevano tentato l'ascesa alla vetta del Gran Paradiso ma si erano imbattuti in troppa neve molle pur partendo alle 4 del mattino.

ImageLa domenica, le nevi ancora molto presenti intorno al rifugio Vittorio Emanuele a quota 2700 m hanno impedito anche a noi di muoverci granchè. Ogni nostro tentativo in qualsiasi direzione si è scontrato con accumuli profondi di neve nei quali la gamba affondava fino all'inguine e bloccava il passaggio. Come essere circondati dalle acque di un oceano.

Abbiamo avuto però incontri ravvicinati con i corvi che ci facevano la guardia in cerca di briciole del nostro cibo e addirittura aspettavano scaglie di cioccolato. Era incredibile come fossero sensibili alla presenza di commestibili!

ImageNel pomeriggio ci ha raggiunto il grosso del nostro gruppo di amici, una ventina di persone, con cui abbiamo passato una serata movimentata e allegra. Ma la pioggia iniziava già a scendere accompagnata da vento freddo. Alle 6 del mattino si è scatenato anche un temporale e mi vedevo già scendere giù dal sentiero in avverse condizioni atmosferiche. Infatti subito dopo la colazione di lunedì abbiamo iniziato una discesa a rompicollo che è durata per me solo un'ora e infatti ora che scrivo sento le gambe indolenzite dallo sforzo a cui le ho sottomesse.

Arrivato a casa di mia mamma ho trovato una triste sorpresa, la nostra vecchia gattina riversa sul tappeto dell'entrata, così perdutamente che ho capito subito che era ormai senza vita. Aveva quasi 15 anni. Sono contento che sia andata di una morte naturale e che fino a pochi giorni fa abbia condotto la sua vita normale. Certo, in questo fine settimana ha passato brutte ore di agonia senza cibo né bevande e mia mamma ha dovuto vedere tutto direttamente. E sono sicuro che è stato intenso perché appena sono entrato in casa e ci siamo accorti entrambi simultaneamente dell'accaduto, è scoppiata in pianto.