Bijiapur, città di arte islamica

ImageLa notte di viaggio è stata tranquilla e relativamente confortevole. Mi ha permesso di dormire un poco, per quello che si può dormire su un pullman in movimento. Alle 3, quando c'è stata una sosta per i bisogni corporali, ancora una volta da scaricare all'aperto sulla nuda terra, avevamo già percorso oltre la metà dei 300 km di strada.

Alle 6 in punto siamo arrivati. Una voce ha bruscamente risvegliato i passeggeri e di fretta ho racimolato armi e bagagli per entrare nell'adiacente stazione degli autobus.

Mi sembra di essere scaricato sul ciglio della strada come un sacco di patate. È ancora l'alba e sono ancora intorpidito dalla notte, ma devo presto raccapezzarmi per trovare il prossimo mezzo. Lo trovo facilmente e una volta imbarcatomi, si parte quasi subito per Bijapur.

Alle 8.30 sono arrivato e ho una camera molto spaziosa in un albergo del centro. Adoro l'atmosfera di questo posto, molto autentica, con il suo ristorante vegetariano popolare a pian terreno dove i camerieri, tutti ragazzini, sono poco avvezzi alla presenza di turisti e non sanno comunicare in inglese. I piatti sono piccantissimi! 

La mattina è stata necessaria per riprendersi con un po' di riposo, ma sono molto impaziente di vedere questa città che pare promettente. E nel pomeriggio, in effetti, confermo le alte aspettative che avevo, visitando tre dei suoi notevoli monumenti. Bijapur è stata la capitale di uno dei cinque sultanati del Deccan, uno dei cinque regni musulmani medievali. 

Il Gol Gumbaz ha dimensioni spettacolari e forme originali. La sua enorme cupola si presenta come un'enorme pagnotta lievitata che poggia sul gigantesco edificio che gli fa da base. Visto dai giardini è preceduto da un altro corpo che nella distanza si fonde così bene con quello posteriore da sembrare un tutt'uno, ma avvicinandosi le forme prendono corpo e proporzioni separate. Passando attraverso il portico si staglia un gigantesco portone con arco ogivale e si vedono le torri ottagonali che presidiano i lati della costruzione fino al livello della cupola.

L'interno è spoglio, ma ancora più impressionante, soprattutto visto dall'alto della cupola. Questo punto è famoso per la sua acustica, che dovrebbe permettere di percepire persino i sussurri emessi sul lato opposto. Tuttavia ci sono decine e decine di scolari in gita che mettono alla prova questa proprietà, tutti contemporaneamente e con grida sguaiate, e si rispondono praticamente da soli creando un rimbombo orribile che profana il mausoleo.

Se non è per l'acustica, almeno mi è dato di vedere lo spettacolo, che ha del circense, di un uomo sospeso a una scaletta di corda dondolante dalla balconata della cupola. Con una lunga pertica a cui è fissato un piumino sta spolverando le vele della volta a decine di metri dal suolo. Solo in India!

ImageNel secondo monumento, una tranquilla moschea, si gode invece aria di silenzio, essendo trascurata dalla folla delle scolaresche. Infine il complesso dell'Ibrahim Rauza, armonico e scenografico, in mezzo a giardini curatissimi e inondati di un ultimo sole. I meravigliosi edifici di architettura raffinatissima con ricami di pietra scolpita si delineano leggeri in questo bell'ambiente di natura verde.

Questi sono i tre grandi monumenti islamici di Bijiapur, ma anche nel mercato, che occupa alcune vie centrali, si vedono fogge di vestiti maschili e femminili che indicano l'appartenenza musulmana della gente. Spesso gli uomini indossano una tunica bianca immacolata, una calotta pure bianca e portano la barba. Sono affascinanti questi retaggi umani, culturali e architettonici di una civiltà che ha contributo a costituire quel variopinto mosaico che è oggi la straordinaria India.