Le acque del Delta

25 gennaio - Mi dirigo a piedi al mercato centrale, carico del pesante zaino e pronto per lasciare HCMC. Prima di imbarcarmi, però, compro un obiettivo per la macchina fotografica su cui avevo messo gli occhi, dando in cambio il mio usato, affare molto vantaggioso rispetto ai prezzi del mercato italiano. Poi prendo l'autobus cittadino che raggiunge il capolinea dopo una tortuosa marcia attraverso strade intasate. Alla stazione degli autobus di Tien May l'operazione è velocissima: acquisto al volo il biglietto, mi fanno passare per uno stretto corridoio dietro gli sportelli verso il piazzale e mi imbarco immediatamente sul mezzo che parte quasi subito alla volta di Kantho.

Sono cinque ore di viaggio per il delta del Mekong. Il paesaggio diventa piatto, l'acqua interseca sempre più la terra, la strada continua ad attraversare ponti su canali. Poi si arriva al maestoso ponte sull'ancóra più maestoso ramo del delta, e non è che uno dei principali dell'immenso corso d'acqua. Una distesa che non riesco a definire fiume, secondo la mia raffigurazione del concetto; piuttosto un mare di colore fangoso che vedo dall'alto di un'arcata sospesa grazie a infiniti cavi d'acciaio ancorati a due svettanti piloni.

Più avanti si arriva al secondo ramo principale, ma questo deve essere attraversato in traghetto e l'attesa è lunga. Diverse file di mezzi rimangono a stufarsi sotto un sole rovente nell'aria umida, mentre tra le corsie si aggirano gli eterni venditori di biglietti della lotteria, di bevande e cibo per uno spuntino. Poi ci spingiamo nel ventre al traghetto e salpiamo. Durante la traversata salgo al pontile del primo piano per osservare il panorama. Ancora una distesa immane di acque, apparentemente senza pendenza e senza corrente, e un traffico continuo di traghetti che ingoiano i mezzi da un lato per vomitarli sul secondo. A una certa distanza si vede che presto tutta questa febbrile attività e le conseguenti inefficienze nel trasporto saranno superate. Un altro enorme ponte è in costruzione per raggiungere Kantho, la città principale del Delta.

Finalmente arriviamo alla stazione, che si trova alla periferia della città. Con una moto raggiungo il centro e trovo sistemazione presso la Hien Guest House, una strana combinazione tra l'alberghetto familiare e la casa privata, dove le camere sono spudoratamente ricavate negli spazi dell'abitazione che si deve attraversare per raggiungerle. I pavimenti piastrellati sono puliti come specchi e il lavandino, così come il lavello per il bucato, sono semplicemente dei riquadri a livello del pavimento delimitati da un bordo in rilievo anch'esso piastrellato.

La città è piacevole con un tranquillo centro, giardini come sempre curatissimi, un mercato coperto ospitato in un'elegante costruzione a tettoia, poco traffico e tanti venditori di fiori in occasione dell'ormai prossimo Tet.

Sono avvicinato da diverse donne vigorose che mi propongono giri in barca per i mercati galleggianti. Una signora di mezza età, completamente sdentata, mi abborda con piglio deciso e fare ironico birbante. Mi propone un programma a un certo prezzo, ma la tengo temporaneamente in sospeso, mentre faccio un giro tra questi isolati e mi informo su altre offerte. Quando ritorno sul luogo, lei, che stento a riconoscere senza il cappello conico che prima portava, capisce la ragione del mio titubare e mi indica il copricapo ora appeso al manubrio della moto, scoppiando in una risata impulsiva. Poi giungiamo all'accordo: domani alle 6 verrà a prendermi all'albergo per un giro di 8 ore verso due mercati galleggianti.

A qualche angolo di strada stanno acquattati dei venditori che abbrustoliscono su un piccolo braciere di carboni accesi dischi di una pasta biancastra, forse cocco tritato, e delle corte banane. Ne provo due e rimango entusiasta del gusto squisito.

Assisto al tramonto dall'altra sponda del canale che attraverso con il traghetto pubblico per trovarmi dirimpetto alla città. Sorseggiando un meraviglioso caffé, vedo il sole tingere il cielo con raggi di colore e rifletterli nella distesa d'acqua mentre il profilo della città si staglia nero sull'orizzonte.