Monumenti di Isfahan

Image La moschea del Jameh è un edificio storico che racchiude nelle sue parti la storia di una città, che, essendo stata così importante per tutto il paese, rappresenta a buon titolo la storia nazionale.

Un primo androne in penombra è coperto da volte sostenute da una selva di massicci pilastri. Sono le parti più antiche, risalenti all'epoca selgiuchide, l'impero medievale sunnita che per circa due secoli dopo l'anno Mille si espanse dalle terre turche d'origine intorno al Lago d'Aral entrando in Persia e assorbendone la cultura. Dalle due alte cupole di mattoni, antiche e non decorate, si sprigiona un misto di bellezza e di severità. Alcuni raggi di sole penetrano dalle feritoie in alto e fendono il loro cammino luminoso attraverso la polvere che si libra nell'aria, disegnando un percorso concreto fino a toccare il pavimento.

Gli altri cortili sono invece della successiva epoca safavide (1502-1736), la dinastia persiana che unifica politicamente l'Iran, gli forgia una cultura nazionale e stabilisce lo sciismo come religione di Stato. Sono costruiti secondo lo schema consueto dei grandi iwan, o androni che si aprono sulla piazza centrale. Ogni parete è ricoperta di finissime piastrelle colorate. Alcuni religiosi inturbantati attraversano il vasto cortile intabarrati nella tunica beige coperta da uno spolverino di seta trasparente che scurisce appena appena il colore sottostante e gli dà tonalità cangianti; sotto il braccio portano alcuni libri. Da un altoparlante giunge un po' smorzata e si perde nello spazio inondato di sole, la predica di un altro dotto.

ImageFuori dalla moschea si apre un piccolo mercato. Sotto il portico si allineano i venditori di chador confezionati o di tessuto sfuso. Un cartello pubblicitario mostra una bimba con una tremenda cappa nera da cui spunta un pizzo bianco intorno alla fronte. Sicuramente sarà il modello di virtù musulumana, ma mi fa tanta impressione e mi dà un senso di tristezza. Dietro, un cortile è dedicato ai polli vivi e agli uccelli, poi ci sono tante bancarelle di verdure, tra cui i venditori di erbe aromatiche, che accompagnano quasi tutti i pasti con le loro foglie fresche.

La città ha una parte interessante anche a sud del fiume, ora completamente asciutto. Questo è scavalcato da diversi ponti, alcuni dei quali storici. Il quartiere di Jolfa era la zona in cui si erano stabiliti gli artigiani armeni di Jolfa nel nord del paese, invitati (forse forzosamente) dallo shah Abbas il Grande per partecipare con le loro abilità artistiche alla costruzione e all'abbellimento della sua capitale, che si meritò l'appellativo di "metà del mondo".

Oggi questa comunità è rimasta decimata in seguito alle ondate migratorie avvenute dopo la rivoluzione islamica del 1979 verso paesi meno a rischio. Tuttavia gli armeni rappresentano la più numerosa comunità cristiana in Iran e rimangono alcune chiese significative circondate da un vallo che le fa sembrare quasi fortificate. Gli interni sono una meraviglia di affreschi e di decorazioni.

ImageSempre lungo il corso del fiume, a sud, si estendono quartieri moderni ed eleganti con negozi alla moda. Isfahan è una città prospera, ben tenuta, con aiuole curate e bei giardini, lungofiumi sistemati. Il ponte su cui attraverso nuovamente il fiume nella mezza luce del crepuscolo è ora illuminato artificialmente e i suoi vari livelli di archi emanano una luce che proviene dalle nicchie interne, mentre il suo profilo si staglia sul cielo dipinto di un blu fondo, ma non ancora buio. Sotto gli archi del primo livello, alcuni giovani approfittano della buona acustica per esibirsi in canti tradizionali in assolo o a dialogo cantato, con parecchia gente che sta ad ascoltare seduta oppure a passeggio.

Sono esausto di questa lunghissima giornata di incessante camminare e prendo un autobus per raggiungere il viale Chahar Bagh, o dei quattro giardini. Il traffico soffoca e attanaglia tutte le strade e l'autobus avanza a singhiozzo in un brutto imbottigliamento. A questa città occorre urgentemente quella metropolitana che stanno costruendo sotto le arterie principali.