Nella valle del Giordano

1 aprile - Il risveglio è lento dopo la faticosa giornata di ieri. Verso le 9 scendo in strada alla ricerca di trasporti per Irbid e quindi Pella (Tabaqat Fahl), ma è venerdì e i servizi sono poco frequenti. Il fratello di Saif, 'Adi, mi invita ad aspettare il bus nel negozio e mi offre da bere. Poco dopo viene il lattaio del negozio affianco che mi porta un bicchiere di shanine, siero di yogurt. Ci facciamo scattare una foto di ricordo dal lattaio, che è anche fotografo, e racconta di essere stato in Jugoslavia, non si ricorda bene in quale città, per un'esercitazione militare.

Dopo un'ora circa arriva il bus e scendo a Irbid, dove prendo altri due pulmini urbani per raggiungere la stazione Aghwar da cui partono i trasporti per Al-Masha'ir nella valle del Giordano. Sento in marcia dalla radio che la salute del Papa è peggiorata e che è cambiata l'ora legale anche qui in Giordania.

A Pella bisogna fare una salita sfiancante di più di mezz'ora per arrivare all'entrata della zona archeologica. Il parco è pieno di famiglie che fanno picnic, il famoso seran. È buffo vederli portare attrezzature alla buona per ricreare tutte le comodità di casa: coperte, materassi, cuscini e poi tutte le provviste immaginabili per riempirsi la pancia. Ieri alle terme si vedevano i risultati della cucina mediorientale nella pinguedine dei ventri ben pasciuti!

Ben presto iniziano anche qui le dabke con tamburi sotto l'ombra degli alberi. Inoltre, non posso stare a lungo tranquillo, perché un gruppo di ragazzi si avvicina, mi offrono Coca Cola e mandorle verdi e vogliono parlare con me. In particolare uno, Ahmad, studia inglese e desidera fare pratica, quindi parliamo. Poi saliamo sul monte per dominare la valle ampia del Giordano e tutto il sito archeologico.

Scendo a piedi verso la strada principale, ma qui mi dicono che i trasporti sono un problema oggi; inoltre non ci sono alberghi prima di 80 km circa. Devo prendere un taxi fino poco prima di Shone e da qui un altro per Madaba.

Nel primo taxi sento la cassetta che declama le virtù della donna musulmana. Una voce dice: i suoi amici, un'altra risponde chi devono essere; e così per i vestiti, le idee, e così via. Deve essere di stampo fondamentalista e anche razzista perché sento citare ebrei e cristiani ma non capisco bene a che riguardo. Peccato! Nella seconda auto, sento invece la predica di uno sceicco arrabbiatissimo che sbraita nel microfono e la distorsione del suono amplificato rende incomprensibile ogni sua parola.

Adesso sono in un locale di Madaba dove ho ordinato uno shawarma e mi sono rimasti ancora nel piatto alcuni pezzi di rapa violetto acceso, Dio sa con che cosa le tingono! L'albergo non è male ma non ha l'acqua calda. Forse ci sarà domani.