Il meraviglioso Wadi Rum

8 aprile - Alla fine ho deciso di partire all'avventura. Mi sveglio alle 5.30 per essere alla stazione alle 6, ora del primo pulman per Wadi Rum durante la settimana. Ma oggi è venerdì! Un uomo mi dice che ci sarà un bus alle 7 o forse alle 7.30. Poi mi si avvicinano altre persone che negano l'esistenza di trasporti oggi e mi propongono un taxi. È piuttosto dispendioso, quindi nella necessità mi viene un'idea: atawakkal 'ala Allah (mi metto nelle mani di Dio), salgo nel bus per Ma'an e mi faccio lasciare al bivio per Wadi Rum, sperando di trovare una continuazione per i 20 km rimanenti.

Sono fortunato perché trovo un pulmino per 2JD che mi lascia al centro dei visitatori. Ma qui non so cosa fare: prenotare un'escursione tra quelle proposte? Non mi attira molto l'idea di farmi scorrazzare per il deserto in jeep affittata con conducente. Vedo arrivare due giovani turisti, che saluto. Sono inglesi, educati, per bene, well-spoken, upper-class. Senza che dica alcunché, il ragazzo mi invita ad unirmi al loro per l'escursione che hanno prenotato, cosa che accetto, assicurandomi che la mia presenza non sia un disturbo per loro. Lui è di Londra, lei dell'Irlanda del Nord, entrambi medici nella capitale. Ma quando arriva la loro guida, dice sbrigativamente che non può accettare una persona non prevista. Peccato!

Ci salutiamo e dopo un momento di riflessione decido di incamminarmi fino al villaggio di Rum a qualche chilometro di distanza, portandomi lo zaino per decidere lì cosa fare, eventualmente per il pomeriggio. Sulla strada, gravato dal peso del bagaglio, vengo avvicinato da un giovane al volante di una jeep che mi propone un passaggio e intanto formula una proposta interessante. Mi offre un'escursione entusiasmante: invece di noleggiare un mezzo e farmi portare ai vari posti, mi indica un percorso nel deserto, segnandomelo sulla piantina in mio possesso e mi dà appuntamento alle 14 al piccolo arco di roccia, dove verrà a prendermi per portarmi in altri luoghi più remoti. L'escursione prevede anche la notte in tenda nel deserto e la cena. Affare fatto.

Mi incammino nell'ampia vallata dal fondo piatto e sabbioso, solcato dalle piste e dai sentieri, ai lati della quale si innalzano bruscamente formazioni rocciose impressionanti ed imponenti per dimensioni, forme e colori. Blocchi di roccia si ergono perpendicolari e contornati da una splendida cornice di sabbia dai colori più caldi. C'è ancora la polvere di ieri nell'aria, ma non così fitta. La visibilità è solo leggermente annebbiata, ma è buona. Percorro il tracciato assegnatomi da 'Aude attraversando splendide distese di sabbia, rocce che paiono ricamate e cesellate, dune imponenti di rosso. Ne scalo una che ha una pendenza accentuatissima, forse del 60%.

Nonostante sulla cartina il percorso sembrasse chiaro e facile, nella pratica si è presentato più volte il dubbio della correttezza della strada quando mi sono trovato immerso tra questi bastioni di roccia sovrumani. Sono riuscito ad arrivare però all'arco per le 14, mentre 'Aude sopraggiunge con un'ora di ritardo, ma almeno arriva, perché il bagaglio grande l'avevo lasciato a lui.

Mi porta in jeep al grande ponte di roccia che scalo e dall'alto osservo il deserto e le formazioni rocciose. Sulla strada mi rendo conto che questi blocchi altro non sono che enormi barriere coralline fossili. Riconosco infatti una struttura a stalattiti e blocchi di corallo, sovrapposizioni di colonne rocciose ricoperte da un cappuccio a capitello che cola ed incappuccia la parte sottostante.

È una rivelazione fantastica e tanto più stupenda se penso che questo era un oceano tropicale, che la sabbia rossa altro non è che coralli polverizzati, che queste strutture rocciose hanno anni infiniti. Ancora più visibile è questa origine quando ci dirigiamo a un gigantesco blocco di barriera tutto ricamato e con una pietraia conoide alla base fatta di pezzi frantumati. Più avanti riconosco le forme famigliari delle Dolomiti con torrioni di roccia che svettano dalla base assottigliandosi con l'altezza.

Arriviamo all'accampamento e qui mi sdraio su una roccia nel sole tiepido e chiudo gli occhi. Verso sera arriva un gruppo di Amman che passerà la notte qui. Sembra di impronta religiosa perché sono guidati da uno sheikh che si mette a condurre la preghiera: seduto nel fondo della tenda ho la visione di tanti sederi per aria mentre fanno le loro genuflessioni. Lo sheikh esce dalla tenda per spiegare le costellazioni del cielo e mi invitano ad ascoltare. Ma mi devo sorbire una pizza di mezz'ora sulla posizione degli astri e solo quando capisco che la cosa si protrarrà per parecchio tempo ancora, approfitto dell'oscurità per sgattaiolare nella tenda. Ho ora la certezza che si tratta di un gruppo religioso perché sento commentare che i popoli arabi sono decaduti per effetto del loro allontanarsi dall'islam; poi un giovane mi conferma che vengono dalla comunità di una moschea di quartiere. Molti sono giovani, alcuni di mezz'età, ma ci sono anche bambini.

Mangiamo tutti nella tenda, poi ci intratteniamo parlando. Naturalmente si tocca l'argomento del matrimonio, perché non capiscono come un uomo della mia età non abbia ancora famiglia, un cardine per la loro mentalità. Ai loro occhi la mia vita è quella di un bontempone, forse anche dai costumi dissoluti, che contravviene a un esplicito dovere religioso, di sposarsi e di figliare. Vagli tu a spiegare perché il Papa, di cui si parla in questi giorni e di cui tutti mi chiedono, nemmeno lui era sposato!

Dopo mangiato mi spingo nel deserto buio con alcuni di loro, senza allontanarci troppo perché l'oscurità non ci permette di vedere dove mettiamo i passi, né di vedere ostacoli. Ci sdraiamo nella sabbia ancora tiepida e distinguiamo i contorni delle montagne intorno, avvistiamo qualche stella cadente. Hatim ci chiede quale sia il nostro desiderio, che vorremmo si avverasse all'istante: uno risponde che vorrebbe l'apparizione nel cielo del profeta Maometto che gli parlasse; un secondo vorrebbe scalare la montagna di fronte e sulla cima mettersi a leggere il Corano; al mio turno, non ho ispirazioni altrettanto mistiche e mi trovo su una diversa lunghezza d'onda rispetto ai miei compagni. Anzi, non so nemmeno se abbia o no desideri, o se semplicemente siano soffocati dalla paura di rivelarli, perché per me un desiderio deve rimanere segreto o addirittura rimanere inespresso a pena di diventare irrealizzabile. Diciamo che mi basta stare qui, perché il paradiso è questo.