I mosaici di Madaba

2 aprile - La luce del sole stamattina è molto forte e penetra nella stanza inondandola di chiarore attraverso l'ampia parete vetrata che dà sulla strada. Quando però scendo per la colazione si mette a piovere: uno scroscio che presto smette lasciando rivoli d'acqua che scorrono per i pendii con schiuma di sapone.

Devo rivedere i piani: pensavo di scendere al Mar Morto passando dal Monte Nebo sulla strada, ma non sono sicuro che con questo tempo valga la pena di mettersi in costume. Fa fresco e devo tenere la camicia e una felpa.

Prendo il bus per Shone e mi faccio lasciare sulla strada al complesso del Monte Nebo da cui il panorama è ampio. La visibilità non permette di scorgere Gerusalemme sulla lontana sponda di fronte, ma si vede il Mar Morto al di sotto.

Per tornare a Madaba da qui sembra che non ci siano trasporti a quest'ora del mattino e alcuni mi vogliono procurare un taxi. Ma io mi metto in cammino pensando di arrivare in un'ora e mezzo per i 9 km. In realtà al primo villaggio il bus mi suona il clacson e mi raccoglie.

Arrivato a Madaba non so che fare. Potrei andare a Mukawir, ritentare per il Mar Morto ora che è uscito un raggio di sole… Parlo con il supervisore della stazione che mi dà diverse informazioni (ma tutte orientate a farmi ordinare un taxi privato) e alla fine decido di dedicare il pomeriggio alla visita della città per non trovarmi bloccato da qualche parte.

Il tempo si raffredda. Visito così le varie chiese dismesse della città, i bei mosaici bizantini, le strade animate dai negozi. Ogni tanto qualche raro gruppo di turisti, che abbondavano stamattina concentrati al Monte Nebo, tutti preoccupati di scattare foto o di fare domande alla guida sulle cose più stupide per dimostrare interesse.

La padrona dell'albergo mi raccontava che suo figlio è in California da 12 anni, ma solo ultimamente è rientrato in Giordania, dopo aver ottenuto la green card. Neanche per la morte del padre è potuto esserci.

Con la colazione abbondante di stamattina non ho avuto fame se non ora che sto prendendomi un frullato di frutta e un caffè, per interrompere l'attesa fino a stasera per cui ho previsto di mangiare in albergo. Guardando il pesce prigioniero dell'acquario in questo bar, che ondeggia lungo la parete di cristallo e sembra cercare un'uscita, mi domando che vita sia la sua. Ma in realtà che vita è la nostra? E' capitato purtroppo anche a me di sentire il senso di vuoto, il peso della vita, la sensazione di vivere per vivere e di non sapere perché… è orribile. Questo pesce me la ricorda, anche se ora non la provo.

Sul monte Nebo una scultura riportava le parole Allah mahabba, Dio è amore, e mi sono chiesto se davvero sia così. A volte mi pare una bella favola questa affermazione, quando la realtà è ben diversa. L'insegnamento cristiano sembra in contrasto con la visione musulmana di un Dio inspiegabile, di potenza e di forza, che non rivela di sé se non quello che ha deciso di rivelare, lasciando il mistero di sé in parte occulto a un uomo che comunque, con i suoi limiti, non sarebbe in grado di intenderlo. È una concezione che non dà chiaramente lo stesso ruolo centrale all'uomo, appiattito a essere servo di Dio, 'abdallah; è però una visione che ha un suo senso.

Sono le 20 ma la padrona dell'albergo non è ancora rientrata da  Amman, dove è stata per una visita medica, così mi informa il padrone del supermercatino di sotto; devo quindi provvedere a mangiare altrove.

Sono le 23 passate e ho appena sentito rintoccare le campane della chiesa dei Latini. Ho prima pensato all'ora, poi ho capito che il Papa è morto. Infatti ho acceso la mia radio e ho sentito da BBC Arabic la conferma della notizia in un lungo servizio che ha messo in risalto le qualità straordinarie di quest'uomo che in questa parte del monto è venuto 5 anni fa e ha lasciato un forte segno. Purtroppo non credo che molti abbiano compreso il grande messaggio che ha lanciato e non abbiano visto la mano che ha teso ad altri popoli e religioni.

Mi dà rabbia pensare a quel giovane del ristorante che stasera mi ha esposto le virtù della sua religione, dicendo che gli fornisce risposte a tutti gli interrogativi della vita e dispensa pace e tranquillità. La sua aggressività contrasta nel modo più assoluto con la figura del papa defunto, l'uomo bianco malato, che è andato in giro per il mondo e ci ha servito fino all'ultimo. La sua figura basterebbe per convincere. Ma chiaramente ci sono elementi legati al livello di istruzione di certe persone, all'identificazione culturale e razziale di certi musulmani che  fanno assumere queste posizioni. Ignoranza… ma a volte non necessariamente questa.

Come dicono i musulmani: Dio abbia misericordia del Papa che si è spento.