Gita su per il Corno d'Oro

1 maggio - È orami  l'ultimo giorno intero in Turchia. Dedico la mattinata a un ulteriore giro per il gran bazar. Pensavo inizialmente di comprarmi un tessuto ricamato uzbeco, ma vedendo molti di questi manufatti in giro, perdo il senso della loro singolarità e rinuncio all'acquisto. Mi faccio mostrare alcuni tappeti, ma penso che anche questo acquisto vada fatto con convinzione e con l'idea di investire una certa somma.  Forse un giorno riuscirò a comprarmi un bel tappeto, ma per ora non mi sento in grado di valutarne le caratteristiche e di giudicare l'adeguatezza del prezzo che di sicuro dipende dal valore estetico che gli si attribuisce, oltre che dalle caratteristiche intrinseche.

Mangio un pasto piuttosto deludente in un ristorante con musica tradizionale e seduto su cuscini e tappeti. Prendo il traghetto per Eyüp che risale le acque luride e maleodoranti del Corno d'oro, Imagequasi fino alla sua estremità. Qui visito la moschea di Eyüp Sultan, vessillifero di Maometto. È un santuario di pellegrinaggi molto conosciuto. Il luogo ispira una certa suggestione con il secondo cortile occupato da un gigantesco platano, ormai decrepito e malconcio. La moschea stessa ha qualche tratto notevole, costruita in stile barocco ottomano con decorazioni floreali, dorature e finestre elaborate. L'effetto è comunque molto arioso e leggero. Salgo attraverso il grande cimitero verso il caffé Pierre Loti, l'avventuriero francese che ebbe una storia d'amore segreta con l'ottomana maritata Azéydane, scomparsa poi misteriosamente probabilmente in seguito alla scoperta della sua infedeltà. Bevo un caffé turco ammirando il panorama che si intravede tra le fronde. È un posto tranquillo e piacevole. Le foto di Loti in cartolina rivelano un personaggio dall'aspetto eccentrico. Mi viene voglia di leggere qualche suo romanzo in francese.

Rientro con il traghetto delle 17.50 che solca nuovamente il denso fetore delle acque che cercano di sfogarsi verso il mare aperto.

All'ostello preparo lo zaino per la partenza prima di concedermi un ultimo hammam, nel bagno turco verso l'ippodromo. Qui sono invitato a sdraiarmi sulla lastra di marmo rovente che mi brucia le spalle e il sedere. Non riesco a stare fermo dal calore. Evidentemente non sono l'unico in questa situazione perché vedo i miei vicini fare appoggio sui piedi per evitare il contatto con altre parti del corpo! Finita questa tortura mi sottopongo alla violenza del massaggiatore che con movimenti oserei dire brutali, mi insapona e modella con poderose mani la mia massa muscolare, come se dovesse plasmarmi in una nuova forma. Poi mi lava il capo e mi sfrega con la spugna abrasiva che mi toglie letteralmente uno strato di cute… Nel bel mezzo di queste operazioni mi fa capire senza mezzi termini che gradirà una mancia. E' di rito, ma in queste condizioni mi sembra un'estorsione a mano armata.

Un momento di grande magia l'ho vissuto appena uscito dal bagno. Sono entrato nel cortile della Moschea Blu, ma non sono potuto entrare all'interno dell'edificio perché in quel momento veniva chiamata l'ultima preghiera. Sono quindi rimasto ad ascoltare il melodico canto del muezzin, cui rispondeva il coro lontano da numerosi altri minareti nella notte.

La delicatissima guglia del minareto, illuminata con luci fatate, si staglia sul nero cielo notturno e attorno gli volano gabbiani, bianchi di luce, che sembrano anch'essi accorrere alla preghiera. Questi uccelli danzano, planano, roteano intorno al capolavoro costruito per la gloria di Allah. Partecipo col cuore a questo momento di grande lirismo e so che questo rimarrà un ricordo unico del viaggio.

2 maggio - Mi sveglio alle 4.50, il portiere notturno ha dimenticato di chiamarmi alle 4.30. Il pulmino però non arriva fino alle 5.15 e dopo un lungo giro per vari alberghi ci instradiamo per l'aeroporto alle 5.30. Dato che il mio volo parte alle 7.10 rimango con il fiato sospeso; oltretutto non ho confermato il volo del rientro! Una coppia spagnola, in una situazione di ritardo ancora più grave della mia per colpa del servizio, vive letteralmente momenti di angoscia e la distinta signora mi fa davvero pena. Chissà se saranno riusciti a imbarcarsi...