Istambul

28 aprile - Questa notte mi sono riposato splendidamente. Ci alziamo con calma e andiamo all'appuntamento con Kim e Clive, due neozelandesi che Kim ha conosciuto durante il suo giro a Gallipoli. Insieme visitiamo il palazzo Topkapi che dà l'impressione di splendore assoluto. È bellissimo! Il tempo è piuttosto freddo stamattina, e nuvoloso.

Al termine della visita (piuttosto lenta per le innumerevoli stanze e corti, ma anche per l'enorme afflusso di scolaresche rumorose e disordinate), mangiamo insieme un kebab. Rientriamo all'ostello per coprirci di più, quindi inizio la visita ad Aya Sophia, mentre gli altri vanno al mercato egiziano e al hammam.

L'ex chiesa è molto affascinante, ma non vedo nessuno dei mosaici segnati dalla guida. C'è una grande impalcatura al centro per restauri. L'edificio mostra come la religione sia stata (e rimane) legata al potere.

Vado al Misir Carsisi, dove la merce esposta è così invitante che mi butto in una marea di acquisti. Compro caffé, lokum, uvette, tè alla mela, tè di rosa canina. La sera usciamo a mangiare con Kim e Clive e passiamo un'allegra serata anche fumando un narghilè col tabacco alla mela.

29 aprile - Al risveglio sentiamo la musica ripetitiva di un venditore ambulante per la strada, ma non mi alzo fino alle 9. Poi trasferisco il bagaglio nella stanza al piano di sopra perché Kim parte nel pomeriggio e non continuerò ad occupare una stanza per due.

Sotto la pioggia andiamo a percorrere i meandri dell'incredibile gran bazar. È bello oltre misura e ricco di ogni tipo di merce e negozi che sia dato di immaginare. Viene voglia di rifornirsi di tutto, qui, tale è la bellezza del posto. Torniamo all'albergo per salutare anche Kim e Clive, ma loro sono impegnati in un acquisto di ben due tappeti e non riescono a vedere Kim.

ImageDopo essermi congedato dai due neozelandesi inizio un giro di esplorazione della città molto approfondito che mi porta a vedere la cisterna basilica, l'ippodromo, le moschee a sud dell'ippodromo. In una di queste entro proprio durante la chiamata alla preghiera e in verità con un po' di imbarazzo assisto al rito mentre i ragazzi dell'ultima fila mi fanno segno di salire su una specie di baldacchino. Ci vado, ma dopo poco mi sento un intruso ed esco per attendere la fine.

Vado poi verso il Corno d'oro per visitare la Moschea Nuova e altre fino a quella di Solimano il Magnifico.

Torno al ponte di Galata per prendere un autobus verso Taksim dove i due italiani di Ürgüp mi avevano indicato buoni ristoranti. Infatti qui scopro un volto nuovo della città: una via frequentata, anzi gremita di gente a passeggio e infiniti ristoranti ai lati della strada, tutti affollatissimi e animati da un forte rumore confuso.

Dopo una lunga ricerca mi siedo in uno affollato dove si cucina prevalentemente pesce sotto gli occhi di tutti, direttamente sulla strada. Mi siedo a un tavolo per sei, accanto a due sconosciuti, ordino due birre, pesce e delle ottime cozze fritte. È un'esperienza che mi sembra molto originale.

Scendo a piedi lungo il corso fino al Corno d'oro, attraverso il ponte e rientro in tram a Sultanahmet.

30 aprile - Inizio la visita all'interessante museo dell'arte turca e islamica. Qui sono esposti diversi manufatti, tra cui trovo interessanti i tappeti Lotto, Holbein, Pergamo (a grandi ottagoni) e quelli antichissimi selgiuchidi risalenti al XIII sec. trovati nella moschea di Aladino a Konya. Questi ultimi hanno bordure con caratteri cufici stilizzati e semplici disegni centrali che però acquistano monumentalità nell'imponenza delle dimensioni.

Anche la parte etnografica dell'esposizione è interessante e mostra tende, kilim e utensili della vita nomade. Passo al museo dei mosaici per vedere i mosaici dei pavimenti ritrovati nel luogo dove sorgeva il palazzo imperiale bizantino.

Nel pomeriggio mi informo su come raggiungere la basilica bizantina fuori dalle mura. Prendo un dolmus, poi cammino. La piccola chiesa a pianta circolare ha portici riccamente decorati di bellissimi mosaici. Anche l'interno, utilizzato come moschea per un certo tempo, presenta eleganti pannellature di marmi colorati che mi ricordano una chiesa rinascimentale veneziana.

Il tempo scarseggia per visitare altre moschee nelle vicinanze e mi consolo pensando che alcune sono state ricostruite in seguito a terremoti. Inoltre l'interno è piuttosto ripetitivo dato che la pianta non presenta variazioni e la decorazione, basata rigorosamente su motivi astratti o stilizzati, non offre grandi spazi per la varietà.

Scendo quindi verso il Corno d'oro. Un bimbo mi chiede se sia cattolico, quindi mi vuole condurre alla chiesa del patriarcato ortodosso, che però è chiusa.

Prendo l'autobus per Taksim e inizio la discesa lungo l'Istiklal Caddesi, l'antica Grande rue de Péra. Localizzo le ambasciate, tra cui il nostro Palazzo di Venezia. Mangio poi nella stessa strada di ieri. Inizio con un panino che credo farcito di pesce, ma con mia grande costernazione scopro, troppo tardi, esser ripieno di interiora di agnello, cosa che mi ero giurato di evitare quando ne avevo letto menzione nella sezione gastronomica della guida. Arrivo dopo cena fino alla stazione del tünel, la prima funicolare sotterranea di Istambul, che però trovo ormai chiusa.

Così scendo a piedi fino al ponte di Galata e prendo ancora il tram da Eminömü. Rimango fuori per fumare un narghilé e incontro un giovane argentino che è stato due settimane a Parigi e ora ne passa una qui a Istambul.