Un raggio di sole

ImageQuesta mattina mi ha svegliato un raggio di sole, che subito ha richiamato una scena, di quella mattina in Nepal. La stessa stagione, forse lo stesso giorno, di 9 anni fa, quando con Kim e Bhim nel giardinetto della pensione, proprio prima di iniziare una lunga giornata di cammino, ci siamo fatti fotografare e quasi non riuscivamo a tenere gli occhi aperti dalla luce sfavillante. E mi sono sentito invaso da una malinconia, come già durante la giornata di ieri, per tutto questo tempo passato e tutte queste cose successe e non più ripetibili.
Osservavo ieri con mia madre e mia nonna, con cui ero uscito per non abbandonarmi a una solitudine dolorosa, quanti cambiamenti sono intervenuti nel quartiere, negli edifici. Quanti altri, osservo amaramente, sono intervenuti nelle persone. Il tempo passa e devo accettarlo, devo imparare a capire che non esiste un'eterna giovinezza o infanzia, ma che la vita scorre in un senso.
Allora mi sono messo a leggere Tales from the land of the Sufis, che con la sua sospesa aurea di fiaba, riporta l'oppio della religione a curare delle piaghe tutte umane, quelle causate dal dolore di tutto quello che passa, cui cerchiamo di opporre l'eterno. Poi ascolto Om Mani Padme Hum, l'eterno ritmo della terra indiana.