Un equivoco... da matti

Recentemente ho inviato a una ventina di amici una email dal titolo "Ho bisogno di un consiglio" che rinviava alla pagina di questo sito per chiedere lumi su quale credenza scegliere per il mio soggiorno. Tra i diversi destinatari c'era un'amica che legge la posta dal lavoro. E qui il server ci ha messo lo zampino: ha nascosto tutti gli altri destinatari, così che la mia email sembrava inviata solo a lei. E ha tolto anche il collegamento così che il mio messaggio consisteva solo di un titolo: Ho bisogno di un consiglio.

La mia amica mi risponde

"Scusami ma ho letto solo ora il tuo messaggio, spero tutto bene. Se ok ti chiamo sul telefono dopo le cinque e mezza, altrimenti ci possiamo anche vedere o venerdi sera o sabato o domenica cosi sarebbe l'occasione anche per darti il famoso libro di Tiziano Terzani. Fammi sapere cosa preferisci"

Io le rispondo
"Purtroppo questa settimana è impossibile per me. Potrei il prossimo fine settimana, però. Ci risentiamo per accordi. A presto."

E la cosa la lascia sconcertata visto che immaginava urgenza da parte mia e io le rispondo che ci si può vedere tra dieci giorni soltanto! Ma io non immagino cosa sia successo e nemmeno lei.

Inoltre lei non sa cosa aspettarsi da me. Addiritura si confida con un'amica perché è proprio a disagio e ipotizzano le cose più disparate: una dichiarazione d'amore, delle avances imbarazzanti, un parere sentimentale su una persona di comune conoscenza, un progetto di emigrazione all'estero su cui voglio un parere. E tutta questa attesa la innervosisce e la tiene sulle spine.

Arriva il famoso giorno x dopo il mio ritorno dal Marocco e ricevo un sms per fissare l'appuntamento. Tardo nel rispondere perché sono al lavoro e ricevo addirittura una chiamata. Fissiamo per sabato pomeriggio e ci incontriamo. Iniziamo a camminare sui colli (tempo tersissimo e panorami come poche volte ho ammirato) e si parla del più e del meno. Lei si aspetta che esca con il famoso argomento misterioso, ma io non accenno a fare un passo in avanti. Attende pazientemente.

Dopo un paio d'ore che camminiamo mi propone di andare a bere qualcosa al bar. Io esito, dico: "Sai sono un po' infreddolito. Perché non scendiamo a casa mia e ci prendiamo un tè caldo?". Qui deve essersi sentita presa ancora di più alla sprovvista. Ma io spontaneamente ci ripenso e dico: "Ma sì, dai, andiamo in un bar". Lei mi dice: "Sai che riesci sempre a spiazzarmi?"

Dopo un'ora al bar dove si continua a parlare, dico che mi avvierei al rientro. E appena fuori dal bar, lei si decide a chiedermi: "Ma tu non mi avevi mandato un email per chiedermi un consiglio???"

Ho capito immediatamente, naturalmente. E ci siamo fatti un ritorno di risate in un tramonto che pian piano spegneva la vista che da Bergamo arrivava fino agli Appennini...