Incontro con Kim a Smirne

13 aprile - Mi sono svegliato presto per potere sfruttare al meglio la giornata prima di partire per Smirne. Dopo la colazione in albergo con olive nere e tè, sono uscito alla scoperta di Bursa e alcune commissioni da sbrigare: cambiare dei soldi, comprare un quadernetto per il diario, scrivere e leggere dei messaggi di posta, visitare la città.

Non è stato semplice trovare un punto Internet, ma ci sono riuscito. Ho inviato a casa mie notizie e ho risposto a Kim che mi dava l'appuntamento a Smirne dove è arrivata ieri.

Ho girato il centro di Bursa in lungo e in largo. È una grossa città per lo più moderna, ma piacente. Ci sono alcuni monumenti interessanti come moschee e mausolei, ma molto è andato distrutto in terremoti. Devo ricredermi sulla mia immagine precostituita della Turchia, un paese moderno a livello europeo. Sembra ben organizzato con un discreto livello di benessere. Ci sono molti, moltissimi negozi con belle vetrine e ogni genere di merce. Ieri sera dal bus ho visto un ipermercato e dei concessionari Fiat. Dal punto di vista del viaggiatore alla ricerca del paese esotico, il fascino dell'oriente o del paese musulmano si perde in questa modernità di commerci, automobili. Mi sarei aspettato qualcosa di paragonabile al Marocco, ma evidentemente le cose sono cambiate da tempo, se mai sono state così. La rivoluzione di Atatürk ha portato modelli occidentali, ha forse cancellato un'identità culturale, come sta succedendo dappertutto. Sarà bello vedere come questo mio pensiero troverà riscontro visitando zone più rurali e meno legate a un'economia di città.

Passo dal barbiere per una sfoltita della zazzera che mi costa solo TL 1.500.000, poco più di L. 5.000. Penso che farò ritoccare il taglio prima della partenza.

A pranzo un kebab con yogurt versato e, prima che possa dire “noooo!” assisto ammutolito al cameriere che versa senza aspettare un mio consenso una enorme quantità di burro fuso sopra la carne. Alla fine il primo caffé turco. All'uscita del ristorante, come ieri sera nello scendere dal pulman, il cameriere versa delle gocce di colonia al talco sulle mie mani.

Nel pomeriggio visito le tombe dei sultani ottomani (Osmangazi e altri) fondatori dell'impero che aveva inizialmente in Bursa la sua capitale. I sepolcri sono splendidamente decorati. Non riesco però a visitare la casa di un nobile ottomano perché è chiusa.

Torno all'albergo, ritiro il bagaglio e mi avvio verso la stazione degli autobus. Trovo una linea per Izmir che parte alle 16.30 e alla pensilina faccio la conoscenza di uno studente di ingegneria, Serdar, con cui faccio il viaggio parlando di tanto in tanto. Ci si riesce a capire abbastanza in inglese, finalmente! Dopo un viaggio complessivo di 5 ore, inclusa una sosta di mezz'ora, arrivo a Smirne alle 22. Dall'autostazione prendo il servis che mi porta in centro alla stazione Basmane. Da qui raggiungo facilmente l'Otel Saray dove Kim mi aspetta dormendo. Si tratta più di un caravanserraglio che di un albergo, ma va bene per passare una notte… ci aggiorniamo sulle novità, usciamo a prendere qualcosa da mangiare e poi, oramai è l'una, andiamo a letto.