Mi avventuro in zone difficili

17 novembre - La mia intenzione di partire col pulman delle 9.30 per Qena non mi riesce del tutto per una incomprensione di carattere linguistico. Ma già alle 10.30 posso prendere la corriera successiva che proseguirà per il mar Rosso. A Qena, una delle zone proibite dalla polizia ai turisti indipendenti come me, è difficile orientarsi e capirsi. Chiedo per andare a Dendera e mi viene indicato un minibus. Sul mezzo tutti cercano di dirmi qualcosa ma non capisco un acca. Afferro solo il concetto di scendere e cambiare mezzo, cosa che eseguo con il dubbio di aver interpretato correttamente il messaggio. Ma stavolta va bene e chiedo il taxi collettivo per ImageDendara. Vengo lasciato all'inizio del viale in fondo al quale si trova il tempio. Percorrerlo richiede 15 minuti e il profilo del tempio si fa sempre più incombente. A prima vista sembra come quelli già visti, ma la visita rivela una struttura ottimamente conservata, addirittura i soffitti sono al loro posto. I capitelli della sala ipostila sono di tipo nuovo: raffigurano la testa di Horus. Si può salire sulla terrazza passando per la scala a gradini molto bassi con pareti che raffigurano la processione che appunto da qui passava. Sono contento di aver visto questo posto che tra l'altro non è gremito di turisti come altri, anzi è deserto. Esco alle 14, mi fermano i militari per un controllo dei documenti.

Capisco di non aver tempo per mangiare perché ho già prenotato il treno delle 17.30 per Assuan da Luxor e arrivare qui non è stato semplice. Al termine del viale vedo il taxi verso cui corro. Chiedo: Qena? Risposta: inshallah. Salgo.

Un passeggero si offre di condurmi alla stazione dei pulman, ma qui pare ci siano solo taxi e chiedono parecchio per arrivare a Luxor. Qualcuno mi propone il minibus, salgo, ma il motore non parte e bisogna spingerlo. Poi arriva un capo e mi fa capire che non è possibile che un turista viaggi su questi mezzi locali per via del divieto.

Vado allora semidisperato alla stazione degli autobus dove chiedo per Luxor. Un signore che parla inglese, ingegnere di impianti di condizionamento, mi consiglia di partire per Qus e da lì cambiare per Luxor. Così faccio. A Qus questa persona è così gentile da mettermi sul successivo mezzo di trasporto e mi lascia il suo indirizzo. Il minibus riparte immediatamente e attraversa una campagna dai colori vivacissimi, di un verde splendente come di erba appena germogliata. A Luxor ritiro il bagaglio, la galabiyya che ho commissionato al sarto e mi dirigo alla stazione prendendo una tazza di caffè al bar sulla piazza.

Il treno arriva ad Assuan alle 10.40 e mi metto alla ricerca di un albergo. Trovo l'Orabi, non fantastico per la verità, ma passabile. I pavimenti di tutti i piani sono così inclinati che camminando si ha l'impressione di essere in barca col mare grosso!