Mi avventuro in zone difficili
Capisco di non aver tempo per mangiare perché ho già prenotato il treno delle 17.30 per Assuan da Luxor e arrivare qui non è stato semplice. Al termine del viale vedo il taxi verso cui corro. Chiedo: Qena? Risposta: inshallah. Salgo.
Un passeggero si offre di condurmi alla stazione dei pulman, ma qui pare ci siano solo taxi e chiedono parecchio per arrivare a Luxor. Qualcuno mi propone il minibus, salgo, ma il motore non parte e bisogna spingerlo. Poi arriva un capo e mi fa capire che non è possibile che un turista viaggi su questi mezzi locali per via del divieto.
Vado allora semidisperato alla stazione degli autobus dove chiedo per Luxor. Un signore che parla inglese, ingegnere di impianti di condizionamento, mi consiglia di partire per Qus e da lì cambiare per Luxor. Così faccio. A Qus questa persona è così gentile da mettermi sul successivo mezzo di trasporto e mi lascia il suo indirizzo. Il minibus riparte immediatamente e attraversa una campagna dai colori vivacissimi, di un verde splendente come di erba appena germogliata. A Luxor ritiro il bagaglio, la galabiyya che ho commissionato al sarto e mi dirigo alla stazione prendendo una tazza di caffè al bar sulla piazza.
Il treno arriva ad Assuan alle 10.40 e mi metto alla ricerca di un albergo. Trovo l'Orabi, non fantastico per la verità, ma passabile. I pavimenti di tutti i piani sono così inclinati che camminando si ha l'impressione di essere in barca col mare grosso!