L'antica Bukhara

Uzbekistan0103 Iniziamo la visita gironzolando per la città, ma presto ci accorgiamo che Kazuki preferisce andare in giro da solo e forse io sono per lui un disturbo perché c'è più facilità di comunicazione tra me e Guillaume in francese che tra loro due in inglese.

Iniziamo vagando tra le stradine polverose della città vecchia, bordate di case basse e a volte percorse da un canale. Poi ci dirigiamo verso la zona dell'Ark, la fortezza circondata da possenti mura che fu teatro tra l'altro di esecuzioni capitali. Poi saliamo su una traballante struttura che era la torre dell'acquedotto sovietico per ammirare da una certa altezza la fortezza. Da quassù vediamo anche una moschea a poca distanza, con un bel portico aperto e sostenuto da colonne di legno e bei decori. I fedeli si stanno dirigendo lì per la preghiera e così facciamo anche noi scendendo dalla torre.

Ci sono soprattutto persone anziane, con il copricapo tradizionale di pelle che forma una specie di zuccotto a base quadrata decorato di pochi disegni geometrici bianchi. Tante barbe bianche conferiscono a questi vecchi un'aria di saggezza e di posatezza. Sono belli e caratteristici. Ci sediamo sui tappeti tra la gente sotto il portico senza entrare nella sala di preghiera, e lì stiamo parecchio tempo a osservare.

Nel pomeriggio ci incontriamo con Kazuki e io rientro in albergo. Qui capisco a cosa si è dedicato il nostro amico giapponese durante la mattina. Ha comprato uno strumento musicale, un atlante della regione scritto in uzbeco che è abbandonato sul suo letto. Lo sfoglio con curiosità senza capire gran che.

Kazuki è venuto dal Giappone soltanto per una settimana. Incontrerò altri suoi connazionali che seguono questo programma affrettato in un paese che per loro richiede un lungo e costoso volo. Kazuki tiene appuntati in un taccuino un sacco di dettagli su quello che fa durante il giorno, cosa mangia, quanto spende, ma è particolarmente appassionato di linee aeree, che ama provare, valutare e confrontare.

Non risco a immaginare quanti voli prenderà in un anno per andare in varie parti del mondo e lì passare solo pochi giorni. Così facendo accumula miglia su miglia e almeno, dopo tutti i soldi che deve buttare nell'acquisto dei biglietti, gli ritorna qualcosa sotto forma di viaggi omaggio.

Uzbekistan0134È oramai ora di mangiare qualcosa, anche se questo caldo toglie l'appetito. Prendo un piatto in uno dei ristoranti sul bel bacino d'acqua di Lyabi Hauz, poi torno a riposare. Più tardi mi aggiro per le stradine e trovo la sinagoga che ora è aperta per la preghiera del venerdì sera.

Alle 20 sono di rientro perché questa sera abbiamo previsto di mangiare cucina casalinga nel cortile della casa. Olim è l'impiegato della pensione familiare che ha studiato francese e parla anche inglese. È l'unica possibilità della famiglia di comunicare con gli ospiti, perché loro sanno solo uzbeco e russo. Olim è simpatico, ma dà l'impressione di mettersi dalla parte degli ospiti più che del suo datore di lavoro, verso cui è critico e che a sua detta non è molto simpatico né ama gli stranieri.