Avanos sul fiume rosso

26 aprile - I piani per oggi sono variabili: ho cercato di non bloccarmi in una sequenza di orari prefissati, ma di decidere man mano a seconda delle necessità. Se ce la faccio, visiterò Avanos e Kayseri e dormirò ad Ankara. Non ero tanto sicuro di svegliarmi stamattina perché ero un po' stanco. Comunque,convinto che lo sforzo valga la pena, mi reco all'otogar per prendere il pulmino delle 8 per Avanos, il quale però non parte prima delle 8.30. Anzi arriva solo all'ultimo momento e nell'attesa mobilito un po' tutti cercando chiarimenti.

L'autista parla francese perché ha lavorato in Francia per 5 anni e così scambiamo due parole. Scendo ad Avanos e inizio un giro per la città vecchia. È meno caratteristica delle altre, ma comunque significativa. Mi inerpico per le vie lastricate di porfido fino al crinale, di cui è ben visibile la rossa argilla che lo forma, ancora umida della pioggia di ieri.

Passo davanti a un gruppo di donne che fanno colazione acquattate su un tappeto davanti alla casa nel sole. È una bella scenetta! Devo proprio mostrare il mio apprezzamento perché mi invitano ad entrare nel quadro e sedermi con loro. Mi offrono şai e una piadina arrotolata con uovo sodo e formaggio. Ma la comunicazione è limitata dalle barriere linguistiche. Torno al paese per dare un'occhiata ai negozi dei vasai. Compro due oggetti e un signore mi fa visitare la sua esposizione con la sua collezioni di… capelli. È uno spettacolo piuttosto raccapricciante con tutte queste ciocche che pendono dalla volta, impolverate e ciascuna con il nome del donatore. Riprendo il bus rosso per tornare a Ürgüp e da qui senza indugio verso Kayseri.

La città è bella e meriterebbe forse più del tempo che ho a disposizione per visitarla. Comunque riesco a vedere una buona quantità di cose interessanti per lo più risalenti all'era selgiuchide. Il bazar coperto, la cittadella, la medresesa con la moschea e il hammam, le medresese gemelle che ospitano il museo medico.

Prendo poi il dolmus per andare all'otogar e ripartire per Ankara. Sul pulman sono accostato da uno studente di medicina che vorrebbe essermi utile, ma non parla una parola di inglese e si ostina a volere dire qualcosa.

Ad Ankara arrivo tardi e sono già le 22.30 quando il pulmino mi lascia a Ulus, il quartiere alla base della collina. Da qui entro nella via degli alberghi e prendo il primo consigliato dalla guida, non una scelta felice, ma è solo per una notte.