Sidi Ifni, addormentata sulla costa

23 novembre - Ci svegliamo alle 7.30 per prepararci a partire con la corriera delle 8.30 diretta a Tisnit. Dopo la colazione paghiamo il conto, in cui si sono dimenticati di farci pagare una notte. Il viaggio in discesa segue la stessa strada di due giorni fa, ma è meno impressionante, forse per la luce diversa o per la mancanza dell'effetto di novità.

A Tiznit prendiamo un taxi per Sidi Ifni, che percorre il tratto collinare costiero con begli scorci sul mare.

ImageSidi Ifni è una città addormentata fatta di case bianche cadenti di architettura spagnola dei tempi coloniali. Non c'è niente di nota ma l'atmosfera è particolare. Andiamo all'albergo Suerte Loca dove conosciamo una coppia australiana, Sarah e Jonathan.

Nel pomeriggio scendo alla spiaggia e leggo un po' prima che un seccatore venga ad importunarmi con il suo vano parlare. Faccio due passi verso il porto, ma sul mare è calata una specie di nebbia sinistra che rifrange la luce del sole in una luminescenza abbagliante e spettrale. Per di più in lontananza si intravede sopra le acque oceaniche la vecchia gru di scarico delle navi che pare un relitto alla deriva che emerge nel mare.

Torno all'albergo per una partita di bigliardo con John e una birra nel bar sulla spiaggia in cui siamo gli unici clienti insieme agli australiani. Ceniamo in gruppo.

24 novembre- Vado con John in centro e ne approfitto per dare un'occhiata alla città. Dopo aver sbrigato alcune commissioni, ci accomodiamo sulla bella terrazza dell'albergo Belle Vue dove sorseggiamo un tè e leggiamo i nostri rispettivi libri.

Torniamo all'albergo per il pranzo. Nel pomeriggio decido di fare un'escursione alla città di Goulemime, detta porta del Sahara, i cui edifici sono tutti di color cremisi. Niente di particolare ma la campagna che attraverso è interessante. Dalla stazione dei taxi mi incammino verso il centro, mi siedo in un bar e ordino un succo di arancia che mi viene portato da una cameriera assai antipatica che mi fa una smorfia di disprezzo, chissà per che cosa. Continuo la lettura di Le passé simple.

Quando sono di nuovo a Sidi Ifni è ormai buio e incontro gli amici alla Belle Vue giusto in tempo per prendere una birra insieme. Ceniamo ancora in gruppo, parlando anche con un signore francese solo al tavolo accanto, poi saliamo nella casa dei padroni che ci hanno invitato a una serata di festa. Si suona musica con i tamburi o bonghi e la chitarra. Chiedono a tutti di cantare una canzone del proprio paese. Gli anglosassoni imbarazzati non escono con niente, pur con tutta la scelta esistente. A me fanno cantare Oh bella, ciao. In realtà non è un gran che di divertimento e intrattenimento; i tedeschi sembrano sull'orlo del collasso, ma me ne ricorderò perché sarà forse questa la nottata vissuta fino all'ora più tarda qui in Marocco: andiamo a letto a mezzanotte passata.