Il Medio Atlante

21 novembre - Godiamo di un bel sole sulla terrazza al risveglio. Scendiamo per la colazione a pian terreno dove tre francesi omosessuali piuttosto grotteschi si mettono a parlare con me mentre John è in banca.

Facciamo un giro per la Medina e vediamo le mura molto ben conservate, indi ci dirigiamo verso la stazione degli autobus e dei taxi per cercare un trasporto verso Inezgane.

Troviamo un taxi collettivo che ci porta velocemente a destinazione. Nella calca del viaggio sono costretto a rivolgere il lato sinistro del viso al sole che è molto caldo. Chissà un viaggio in queste condizioni nel pieno dell'estate!

A Inezgane mangiamo una tajine nella stazione degli autobus, poi saliamo sul pulman per Tiznit. Un contadino carica una pecora viva nel portello del bagagliaio dove ho collocato il mio zaino e prego che non le passi per la mente di scaricarsi sopra i miei vestiti. Poi, prima che si parta numerosi venditori miserabili salgono a bordo per proporre la loro merce. Alcuni sono spassosi, ad esempio quello degli unguenti o uno che propone bustine di camomilla di cui non finisce più di declamare le proprietà. A Tiznit ritiro lo zaino caldo di pecora, ma asciutto, e prendiamo al volo il pulman per Tafraoute. È un viaggio molto bello che si addentra e si alza in quota su per i monti dell'Anti Atlante. Vero sera i colori si fanno accesissimi e mi godo un insieme di paesaggi meravigliosi.

Anche lungo la costa tra Inezgan e Tiznit ho notato scorci del tutto sorprendenti. Non mi aspettavo un gran che, ma in realtà i colori tenui e la dolcezza delle colline mi hanno sorpreso.

Troviamo l'albergo Tanger in centro con 2 turche sulle tre di tutto l'albergo che risultano orrendamente intasate. Mangiamo una buona tajine nella sala bar dell'albergo che alla sera è anche un ritrovo popolare, poi saliamo in camera dove John con una radiolina si sintonizza sul World Service della BBC per ascoltare le notizie.

22 novembre - Partiamo per una camminata, come avevamo deciso ieri sera. Ci riforniamo di cibarie e di acqua e ci mettiamo in strada per vedere alcuni villaggi berberi della valle.

Ad Asmenat vediamo la Maison traditionnelle, una casa berbera che appartiene a un signore cieco che ce la descrive minuziosamente in arabo. John mi aiuta a capire. Ci rimettiamo in cammino per raggiungere altri villaggi lungo la valle che stiamo risalendo.

La temperatura è buona, ideale per camminare. Alle 15 dopo aver preso un bivio dalla strada asfaltata (ora siamo su una pista) mangiamo pane e sardine, poi ci rimettiamo in cammino perché la strada è ancora lunga.

Ad un certo punto abbiamo un'esitazione sulla direzione e ci spingiamo fino alle prime case in vista per chiedere indicazioni sul ritorno. Mi dà l'impressione che nessuno dei bambini sembra capire per certo cosa vogliamo, ma dai gesti intendiamo che occorre ritornare sui nostri passi per un po' e piegare a sinistra. Pare che siano ancora parecchi chilometri, forse 12?

Il sole sta ormai tramontando per lasciare posto a una luna piena che, già sorta da tempo, ora appare sempre più splendente nel cielo. I colori sono ancora bellissimi e anche gli effetti di luce. Gli ultimi chilometri li percorro in uno stato di euforia con la luna alle spalle che getta l'ombra netta dei nostri corpi in movimento sul terreno accidentato della strada di terra battuta. Arriviamo alle 19, andiamo all'hammam per ristorarci della fatica e mangiamo in albergo. Ancora notizie radio in camera e preparativi per la partenza di domani.