La valle dei Re

15 novembre - Sono arrivato a mia sorpresa più preso del previsto, alle 8. Alla stazione siamo accolti da una folla di procacciatori di clienti. Dopo un caffè sorseggiato al bordo della strada, mi decido a seguirne uno particolarmente costante verso l'Hotel Nefertiti che in realtà non è niente male. Mi viene offerto un tè sulla bella terrazza. Scendo poi per noleggiare una bici e visitare la sponda occidentale del fiume.

ImageDopo essere stato traghettato, inizio a pedalare verso il bordo desertico della valle con viste fantastiche sui villaggi costruiti in mattoni di fango e paglia. Incontro alla biglietteria una ragazza canadese molto chiacchierona che inizia a parlare senza che le abbia chiesto niente delle tombe da visitare e spazia su altri mille argomenti. Per non perdere la giornata ad ascoltare la sua parlantina la blocco e mi congedo, ma faccio fatica a tenerla a bada. Finalmente compro i biglietti e mi dirigo su per il pendio che entra nella valle dei Re. Fa caldissimo sotto questo sole.

 

Inizio a vedere una tomba non molto significativa. Passo poi a vedere quella di Amenofi, profonda e con una camera mortuaria dipinta di colore paglierino ad imitazione del papiro. C'è un affollamento di simboli sulle pareti che è impossibile interpretare, ma che rivelano l'importanza del rituale per raggiungere l'immortalità e il significato magico ed evocatore della scrittura-simbolo.

 

Il sistema religioso era certamente molto elaborato e prevedeva diversi stadi e prove da superare dopo la morte. È inevitabile riflettere sulla forza di questa convinzione, sulla magia della suggestione collettiva (possiamo chiamarla così?) che voleva a tutti i costi subblimare il momento della morte e togliergli l'amaro senso che porta in quanto fine della vita e corruzione della materia. E con questa religione e con la pratica della mummificazione gli antichi egizi superavano forse il dolore di una separazione così drastica e definitiva e davano voce a quell'ambizione che non può che essere umana, quella di non vedere il traguardo della propria esistenza in un sepolcro che ci annienterà.

I Faraoni ci sono riusciti? Per lo meno ci hanno creduto e con molta convinzione, o forse hanno solo fatto credere al loro popolo per sfruttarlo meglio. Va infatti aggiunto che il culto era certamente strumentale al rafforzamento del potere politico. Da sempre il binomio religione-governo è stato di difficile soluzione.

Le tombe sono anche affascinanti per tutte le leggende che si narrano al loro proposito: storie di predatori, di profanazioni, di maledizioni, di immense ricchezze. Ma su un piano più realistico è comunque un dato di fatto la tenacia della passione che ha spinto gli archeologi e li sta ancora spingendo, a scavare, studiare e comporre le tessere di un affacciante mosaico. Chi ammira i dipinti non può infatti fare a meno di chiedersi cosa stia dietro tutto ciò per capire più a fondo le meravigliose testimonianze di questa antica e raffinata civiltà.

Ho visitato quattro tombe, una di queste di straforo dato che il biglietto dà diritto a 3 ingressi, ma non era stato strappato lungo tutto il lato e sembrava quindi ancora valido per un'entrata.

Mi ha particolarmente colpito la profondità degli scavi e l'accuratezza delle decorazioni sulle pareti che riproducono in alcuni casi papiri scritti a geroglifici. In alcuni la temperatura era altissima e particolarmente insopportabile per l'umidità. Tuttavia regna un'atmosfera di magia e di sorpresa di fronte a questo mondo di illusione.

ImageDopo le tombe mi sono diretto al tempio di Hatshepsut, molto particolare e tristemente famoso per il massacro di turisti tedeschi avvenuto nel 1997. Di questa costruzione stupisce la linearità delle forme stilizzate e la fusione dell'elemento costruito con tale grandiosità in uno scenario naturale spettacolare.

Con la bici sono poi tornato all'approdo del battello per essere traghettato sull'altra sponda. La sera sono uscito a mangiare con Michelle, la canadese che ho incontrato alla biglietteria e che ho scoperto che sta nel mio stesso albergo. Sta viaggiando da Istambul al Cairo e ha già attraversato tutto il Medio Oriente. E' rimasta colpita dalla gentilezza dei siriani. Per tutta la cena il suo fiume di parole non cessa mai, anzi si potrebbe dire che è un fiume in pericolosa piena…