I dintorni di Mandalay

Image9 novembre - Prendiamo tutti e quattro il battello delle 9 che risale l'Irrawaddy fino a Mingon. Al tratto di fiume che funge da porto fluviale sono ormeggiate decine di imbarcazioni e abbiamo un po' di esitazione a decidere quale sia quella giusta su cui Giacomo ed Elena ci stanno aspettando. Siamo arrivati al fiume a piedi e sul cammino ho donato le due uova sode della colazione ad altrettanti monaci in cerca di cibo. La navigazione è stupenda perché permette di osservare dall'acqua incantevoli scene di vita agreste, ma anche tanta miseria, casupole di giunco e paglia costruite su tratti di sponda appena sopra il livello delle acque. Una barca è guidata da un bambino di pochi anni di vita che tirandola le dà la direzione, mentre il padre la propelle remando a bordo; i bambini che giocano ci osservanoal nostro passaggio, sorridono e ci salutano; buoi tirano il pesante aratro; la corrente del poderoso fiume disegna sulla superficie i solchi che rivelano il suo fluire e in alcuni punti fa mostra della sua forza dando vita a gorghi e mulinelli. A Mingun ci aspetta una pagoda non terminata dalle dimensioni colossali, un'altra struttura bianca costruita a cerchi concentrici e altre minori. Alcuni turisti italiani molto pretenziosi con una guida birmana personale, invece di ascoltare le spiegazioni, non avevano altra preoccupazione che correggere questa signora quando commetteva un errore di italiano: meschino.

All'una prendiamo il battello del ritorno. Giriamo un po' per il mercato, poi decidiamo di visitare la collina e chiediamo a un risciò di portarci. Il guidatore, in modo molto intraprendente, ci mostra alcuni monumenti e un monastero ligneo che faceva parte del forte, un altro bianco e giallo in muratura, la pagoda con le lastre di marmo che riportano le scritture sacre buddiste. Arriviamo infine alla collina e qui iniziamo la salita. C'è un'aria di festa appena terminata dato che la tarda ora del giorno fa già smontare ai venditori le bancarelle e le poche persone presenti sono impegnate a ripulire e sistemare tutto. Arrivo alla terrazza finale con una luce ormai smorta. La visibilità non è delle migliori, ma la posizione della terrazza permette di ammirare una città inframezzata di alberi che si stende tra il fiume fangoso, grandi specchi d'acqua paludosa e verdissimi campi intorno. Le montagne incorniciano il bel quadro e si perdono in una lontananza azzurrata anche per effetto delle nubi che ammantano il cielo. Questo spettacolo fa perdonare la lunga salita e le scalinate non molto artistiche. Alle 20.30 andiamo a uno spettacolo di marionette.

Verso Bagan

10 novembre - Passiamo la mattina esplorando il mercato centrale, che non ha molto da offrire in quanto ad artigianato tipico. È comunque interessante vedere la numerosità dei negozietti e la quantità delle merci in vendita. Andiamo in cerca di dolci per uno spuntino, ma senza successo; decidiamo allora di pranzare in un buon ristorante tailandese.

Alle 14 inizia il viaggio per Bagan. Il pulman è piccolo e malandato e viene caricato di pacchi e valige all'inverosimile; poi salgono i passeggeri i quali vengono stipati sui sedili e nel corridoio su sgabelli. Non c'è bagagliaio né rete per appoggiare i pacchi al di sopra dei sedili, sicché dobbiamo tenerci gli zaini in grembo. Il viaggio dura a lungo e non si riesce a dormire. Il poco riposo che stavamo godendo viene interrotto dalla padrona del ristoro durante la sosta, perché urlando con un vocione stentoreo per tutta la durata del pasto ha svegliato tutti. Quando scendiamo a Bagan è ormai notte fonda da tempo e siamo completamente rintronati.

Image11 novembre - Abbiamo trovato un ottimo albergo con stanze spaziose e pulite. Dopo la colazione noleggiamo le bici e pedaliamo verso la zona archeologica. Sarebbe impossibile ripetere l'itinerario di questa visita che è andata a zonzo per la sterminata piana, disseminata di ogni tipo di pagoda. Ce ne sono di ogni foggia e dimensione; su alcune è possibile salire e da lì ammirare un indicibile spettacolo, soprattutto sotto la calda luce del tramonto. Colpisce la grandiosità del progetto e la sua perfetta fusione con l'elemento naturale. Ci sono molti venditori attorno a tutte le pagode, di più attorno a quelle più famose. Sono un po' assillanti e molti vogliono cambiare le lire ricevute da turisti italiani passati in precedenza (in effetti incontriamo un gruppo di Pisa).

Consumiamo al ristorante consigliatoci all'albergo un ottimo pranzo birmano con dolce. Tuttavia alla sera, ormai saturi di sapori a base di curry, cerchiamo un panificio dove illuderci di poter soddisfare le nostre voglie alimentari più inattuabili.